Un nome ai margini, ma non privo di talento
Nella memoria collettiva della NBA, alcuni nomi vivono ai margini delle grandi narrazioni. Non perché mancassero di talento, ma perché la loro storia ha preso direzioni inaspettate.
Uno di questi è Oliver Miller.
Non il “Big O” che conosci: una questione di peso (letterale)
No, non stiamo parlando del leggendario “Big O” Oscar Robertson.
Questo è un altro “Big O”, molto più letterale: il giocatore più pesante della storia NBA, con un picco di oltre 180 kg (400 lbs).
L’impatto immediato con Phoenix
Draftato nel 1992 dai Phoenix Suns, Miller trova subito spazio dalla panchina e contribuisce alla storica cavalcata della franchigia dell’Arizona fino alle Finals del 1993, perse contro i Bulls di Michael Jordan e compagni nel pieno del loro primo three-peat.
Un talento sorprendente in un corpo fuori dal comune
Nonostante un fisico decisamente fuori dagli standard, Miller dimostra fin da subito di sapere giocare.
- Mani educate
- Visione di gioco fuori dal comune
- Passaggi in post da manuale
- Una presenza in area capace di far tremare parquet e avversari
Una vera anomalia tecnica, in un corpo da centro notturno più che da centro NBA.
I giorni di gloria a Toronto
Dopo Phoenix e una parentesi a Detroit, approda ai Toronto Raptors, dove – solo al suo terzo anno nella lega – mette a referto prestazioni sorprendenti.
Statistiche che, viste oggi, potrebbero ricordare quelle di un giovane Nikola Jokic.
Il declino: peso, problemi e un addio anticipato
Ma a differenza del serbo, Miller non riesce a mantenere continuità.
Anno dopo anno, il peso aumenta. E con lui anche i problemi fuori dal campo.
Nel 2004 chiude definitivamente la sua carriera a Minneapolis, senza mai essere stato un All-Star, né un Hall of Famer.
Una leggenda di culto per chi c’era
Eppure, per chi ha vissuto quell’epoca, Oliver Miller resta un personaggio di culto.
Un talento puro, intrappolato in un corpo in continua battaglia con se stesso.
Un ricordo indelebile per chi sa che il basket non è fatto solo di leggende, ma anche di storie uniche, come la sua.
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