Il Giro d’Italia o il Tour de France sono considerate le più importanti competizioni di questo sport professionistico. Salite, discese e tanti ciclisti che si sfidano in una corsa a punti, lunga e faticosa.
Ma c’è un altro tipo di gara più antica e per certi versi più inusuale, che è stata, a fasi alterne, punto di rifermento per gli appassionati e i professionisti della bicicletta: è il record dell’ora.
Su questa disciplina di ciclismo su pista è uscito anche un libro di Michael Hutchinson, The Hour.
Una competizione individuale
Il record dell’ora è una gara di ciclismo in cui un unico ciclista deve percorrere il maggior numero di chilometri in 60 minuti, all’interno di un circuito chiuso chiamato velodromo.
Il ciclista parte da fermo e guida una bici senza freni per ottenere il massimo della velocità, gareggiando da solo, contro il tempo e la distanza.
E’ una gara inusuale rispetto alle altre competizioni: infatti, non è la lunghezza del tracciato e il minor tempo possibile a decretare il vincitore. Ma il contrario.
E’ anche una gara difficile: le bici hanno una sola marcia, molto pesante, e i ciclisti devono riuscire a mantenere un’elevata velocità e una traiettoria ottimale.
Molti dei ciclisti professionisti che hanno percorso la gara hanno spesso affermato che la gara dell’ora è una delle corse più difficili. Nel 2015, il ciclista Jack Bobridge affermò addirittura che la gara fu la cosa più vicina alla morte che avesse mai provato.
La disciplina è fra le più antiche della storia del ciclismo, la sua nascita risale al 1893 per opera di Henri Desgrange, lo stesso ciclista che inventò poi il Tour de France nel 1903.
Desgrange fu anche il primo a disputare la prima gara dell’ora, percorrendo una distanza di 35,25km. Da quel momento molti ciclisti provarono (e riuscirono) a superare il record.
Nella storia dello sport, alcuni record sono stati superati con relativa facilità, altre volte, invece, i record sono rimasti imbattuti per più anni consecutivi.
I record più longevi
Fra i record di velocità più importanti, va ricordato quello di Oscar Egg. Il ciclista svizzero, che già aveva stabilito tre volte il record di distanza percorsa.
Egg raggiunse i 44,247 km: il suo record è rimasto imbattuto dal 1914 al 1933, ben 19 anni.
Un altro record, imbattuto per 14 anni, è stato raggiunto dall’Italiano Fausto Coppi che, durante la seconda guerra mondiale (1942) al Velodromo Vigorelli di Milano percorse la distanza di 45,798 chilometri.
Nel 1972 a sfiorare i 50 km fu invece il ciclista Eddy Merckx, rimasto imbattuto fino al 1984, quando un altro italiano, Francesco Moser, lo superò con i suoi 50,808 km.
Moser rimase in testa alla classifica dei ciclisti più veloci in un’ora per 9 anni: la sua sconfitta avvenne però per mano (o per gambe) di un giovane dilettante del ciclismo: Graeme Obree.
Il fatto che un dilettante riuscì a sconfiggere un ciclista professionista destò stupore e riaccese la passione per questo sport troppo spesso dimenticato.
Obree non è stato l’unico dilettante a brillare in questa gara: nel 2005 anche Ondřej Sosenka, sconosciuto ciclista, conquistò il podio.
Distinzione fra “record dell’ora” e “migliore prestazione umana sull’ora”
Nelle prime corse di questa competizione, i ciclisti hanno sempre corso con una normale bicicletta da corsa.
Negli anni però, team e ciclisti hanno cercato di migliorare i loro mezzi, soprattutto per quanto riguarda l’aerodinamica, la velocità delle biciclette e la stessa posizione del ciclista sulla bici.
Il primo ciclista a modificare la propria bicicletta in modo da raggiungere velocità più elevate è stato Francis Faure nel 1933.
La sua bicicletta reclinata, una bici con una particolare forma che permette ai ciclisti di “distendersi” sul telaio e raggiungere velocità maggiori, gli permise di superare il record di Oscar Egg.
La bicicletta reclinata fu però bandita dalla competizione e il record di Faure fu invalidato.
A Francesco Moser si deve invece l’invenzione della bicicletta con le ruote lenticolari: ovvero, una bicicletta senza raggi.
Mentre Graeme Obree cominciò a sperimentare sia nuovi mezzi che nuove posizioni del ciclista.
Obree affermò di aver costruito la sua bicicletta con alcuni pezzi della sua lavatrice e il suo nuovo modo di sedere sulla bicicletta, detto “a uovo” gli permise di raggiungere velocità elevate grazie ad una migliore aerodinamicità.
Una successiva modificazione della posizione adottata da Obree venne chiamata addirittura “superman”.
Le modifiche introdotte da Obree portò l’UCI, Unione Ciclistica Internazionale, a separare due categorie differenti della gara dell’ora.
Nacquero i “record dell’ora” per bici e posture normali e la “migliore prestazione umana sull’ora” per le bici e le posture non tradizionali.
Successivamente, nel 2014, l’UCI cambiò ancora le regole, ammettendo nel “record dell’ora” anche le bici utilizzate per le gare in pista.
Il nuovo campione del mondo
L’otto ottobre 2022, l’Italiano Filippo Ganna, con i suoi 56,792 Km, ha battuto sia il record dell’ora sia il record per la migliore prestazione umana, diventando così il nuovo campione del mondo.
La vittoria di Ganna ha permesso di ridestare di nuovo l’interesse per questo strano sport ciclistico, in cui anche l’Italia ha avuto i suoi campioni.
Vincenzo Alessandro